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    Fondazione 'Nicola Irti' per le opere di carità e di cultura

Convegno “RIEDUCARE - Lo sport come strumento di dialogo”

LA FONDAZIONE FIRMA LA CONVENZIONE CON SPORT E SALUTE SPA

Il 7 luglio 2022 si è svolto, presso il complesso monumentale del Foro Italico, il Convegno “Rieducare. Lo sport come strumento di dialogo” organizzato dalla Fondazione e dalla Società Sport e Salute spa, nel corso del quale è stata firmata la Convenzione sullo sport in carcere. La Convenzione intende contribuire a migliorare il benessere psico-fisico dei detenuti, incrementare l'offerta sportiva e formativa negli istituti penitenziari con un programma affidato a tecnici e allenatori qualificati, rendere gli istituti penitenziari autonomi nelle attività sportive attraverso la realizzazione di percorsi di formazione e la dotazione di strutture.

L’avvocato Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, nel dare il benvenuto, ha sottolineato come: "La comunità si basa sulle persone e lo sport ha una straordinaria capacità di promuovere la comunità. Vogliamo promuovere un modello di società in cui lo sport sia una reale protezione sociale e civile per tutti a prescindere da età, condizioni economiche e sociali. Lo sport è uno strumento fondamentale per il reinserimento dei detenuti. Stiamo rilanciando il nostro modello territoriale, perché dobbiamo intercettare il disagio sociale. Le politiche pubbliche non possono fermarsi alle mura degli istituti penitenziari e le attività ricreative, compreso lo sport, sono uno dei pilastri della rieducazione del condannato. Rieducare con lo sport non vuole essere uno slogan, ma una reale opportunità". Nel 2021 Sport e Salute ha sottoscritto un protocollo con il DAP con l'obiettivo di ‘scattare' una fotografia dell'attività sportiva in carcere e, da questo lavoro comune con il DAP è nata l’idea, valorizzata dal professor Irti, di potenziare azioni e promozioni dello sport nelle carceri del Lazio e dell'Abruzzo, a partire dagli istituti minorili.

Nel suo indirizzo di saluto il professor Irti ha voluto sottolineare che "Lo Stato ha il diritto di condannare, ma ha anche il dovere di rieducare. Anzi. Solo l'obbligo di rieducare può giustificare il potere di punire un condannato da parte dello Stato”. La Fondazione ha, tra le sue finalità statutarie, quella di riservare speciale attenzione alla condizione dei detenuti negli istituti penitenziari sostenendo progetti di formazione culturale e civile, promuovendo incontri con personalità del mondo della cultura ed esperti del diritto, finanziando percorsi di crescita individuale tramite borse di studio, organizzando eventi musicali e teatrali. Tale impegno è culminato nella sottoscrizione, il 21 dicembre 2017, di un Protocollo di intesa con il Consiglio superiore della magistratura e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia, presentato all’Accademia del Lincei il 18 gennaio 2018. La pandemia ha imposto alla Fondazione una sospensione delle attività ma, superata la fase più critica, sono stati ripresi, in una prospettiva di rafforzata continuità e sistematicità, i progetti già avviati e nuove iniziative sono state messe a punto. “Con Cozzoli abbiamo subito tracciato le linee della nostra collaborazione. Lo sport è regole e libertà insieme, è una sintesi straordinaria di disciplina e di iniziativa individuale” ha concluso il Presidente della Fondazione.

Il dottor Carlo Renoldi, capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, ha espresso gratitudine ed entusiasmo per l’iniziativa e ha ricordato come il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione preveda “un impegno costituzionale alla costruzione di un sistema in cui la pena non leda i diritti fondamentali della persona e in cui l’orizzonte di significato sia quello della rieducazione”. Riacquisizione del senso delle regole e libertà della scelta sono portati fondamentali dell’esperienza sportiva, ma sono anche i pilastri nella costruzione di un processo autenticamente rieducativo. Un lavoro che coinvolge tutte le agenzie che compongono il variegato sistema dell’esecuzione penale verso una modificazione delle condizioni personali e ambientali in cui è maturata l’esperienza deviante e che è finalizzato a favorire quella costruttiva partecipazione sociale che è un’altra fondamentale missione che la Costituzione affida all’intervento statale. “La rieducazione, come la solidarietà – ha proseguito – non è un vago sentimento di compassione, un altruismo buonista”. Il Dipartimento intende aprirsi sempre di più ai territori, all’associazionismo, attraverso percorsi di condivisione culturale e di strumenti operativi, che rappresentano la premessa fondamentale per ogni percorso di reinserimento e anche di prevenzione.

È quindi intervenuto per un saluto, l’onorevole Francesco Paolo Sisto, sottosegretario di Stato alla giustizia: “Rieducare non è un’antitesi ma un rafforzativo della sicurezza, chi ha pensato che più carcere voglia dire più sicurezza ha posto in essere un’equazione incostituzionale. Ci deve essere comunque un domani per chi è afflitto da misure custodiali. Questa iniziativa tra Sport e Salute e la Fondazione Irti è in perfetta sintonia con l’atteggiamento del Ministero della giustizia, che qui rappresento in qualità di delegato dalla ministra Marta Cartabia all’architettura penitenziaria. La giustizia ha bisogno di sinergie e di competenze e non di polemiche e di belligeranza”.   

Si è tenuta quindi la lectio magistralis del professor Forti, ordinario di diritto penale e criminologia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, il quale ha ricordato come “l’esperienza della pena e della punizione istituzionale non possano essere confinate solo nell’ambito giuridico, ma abbiano le caratteristiche delle ‘istituzioni totali’, che intrattengono uno scambio reciproco con il mondo della cultura e della società”. In questo contesto si colloca la formulazione del terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione che “ha una potenza espansiva straordinaria – come mostra la giurisprudenza costituzionale formatasi in materia – e una portata non solo precettiva, ma antropologica perché riconosce che chi commette un crimine può cambiare, può essere diverso da quello che era nel momento in cui lo ha commesso”.

Ha quindi sottolineato come lo sport rientri a pieno titolo tra i trattamenti rieducativi, come si ricava non solo dal regolamento penitenziario italiano, ma anche dalle regole penitenziarie del Consiglio d’Europa e dagli standard minimi di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti dettati dell’ONU (cd. Mandela rules). Ha quindi richiamato un importante Documento del 2021, elaborato dall’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) a seguito della Dichiarazione di Doha, che riconosce allo sport un fondamentale ruolo non solo nella rieducazione del detenuto, ma anche nel prevenire le spinte verso la delinquenza, che possono venire dalla comunità di appartenenza, e nel ridurre le recidive. Ha quindi concluso raccontando la sua passione per il rugby, come sport in grado di trasmettere regole e valori e di essere straordinario strumento ri-educativo.

Sono poi seguite le testimonianze di Andrea Marcon, presidente della Federazione italiana baseball e softball, e di Daniela De Angelis, responsabile dell’Ufficio CSR della Federazione italiana Rugby, che hanno raccontato le loro esperienze di attività fisico-sportiva in carcere. 

REGISTRAZIONE VIDEO INTEGRALE - RADIO RADICALE

 

 

01 - Un momento del Convegno

01 - Un momento del Convegno

02 - Vito Cozzoli

02 - Vito Cozzoli

03 - Natalino Irti

03 - Natalino Irti

04 - Carlo Renoldi

04 - Carlo Renoldi

05 - Gabrio Forti

05 - Gabrio Forti

06 - Cozzoli - Irti  firma della Convenzione

06 - Cozzoli - Irti firma della Convenzione

07 - Renoldi - Cozzoli - Irti

07 - Renoldi - Cozzoli - Irti

08 - Sottosegretario Paolo Francesco Sisto

08 - Sottosegretario Paolo Francesco Sisto

09 - Andrea Marcon - Presidente Frderazione Italiana Football e Softball

09 - Andrea Marcon - Presidente Frderazione Italiana Football e Softball

10 - Daniela De Angelis - Responsabile dellUfficio CSR della Federazione Italiana Rugby

10 - Daniela De Angelis - Responsabile dellUfficio CSR della Federazione Italiana Rugby

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